Proposito d"invito alla lettura:

«La soprannaturalizzazione dei cinque sensi è la grande avventura del corpo a contatto con il divino: Un corpo vivente può diventare qualcosa di molto simile a un corpo glorioso».
( C. Campo; Detti e fatti dei padri del deserto, Mi, 1975)

giovedì 2 agosto 2007

APOCALISSE


1) Nessun uomo è o può essere un mero individuo.
La massa degli uomini ha soltanto un accenno tenue, seppure lo ha, di individualità. La massa, degli uomini, vive e si muove, pensa e sente, collettivamente, e non ha praticamente emozioni individuali, né sentimenti né pensiero. Sono frammenti di una coscienza collettiva o sociale. E sempre stato cosí e sempre sarà.
2) È ugualmente un errore affermare che lo Stato è formato da individui.
Lo Stato, o ciò che chiamiamo la società come ente collettivo, non può avere la psicologia di un individuo. Non è vero. È formato invece dalla somma di esseri frammentari. E nessun atto collettivo, sia pure il piú personale come il voto, proviene dall'Io individuale. Esso è fatto dall'Io collettivo, ha un substrato psicologico diverso dall'individuale.

3) Lo Stato non può essere cristiano.
Ogni Stato è potenza, né può essere altrimenti. Ogni Stato deve salvaguardare le sue frontiere, i suoi interessi: se non riesce a farlo, tradisce i suoi individuali cittadini.

4) Ogni cittadino è una unità della potenza mondiale.
Un uomo può desiderare di essere un puro cristiano e un mero individuo, ma poiché deve essere membro di uno Stato politico o di una nazione, egli è costretto a essere una unità della potenza mondiale.

5) Come cittadino, come essere collettivo, l'uomo ha il suo compimento nella soddisfazione del suo senso di potenza.
Se appartiene a una delle cosidette nazioni dominanti, la sua anima trova il suo compimento nel sentimento del potere e della forza della sua nazione. Se il suo paese sale aristocraticamente allo zenit dello splendore e della potenza, in una gerarchia di potere, egli avrà un compimento di sé tanto maggiore in quanto occuperà il suo posto in quella gerarchia. Ma se il suo paese è potente e democratico, allora egli sarà ossessionato dal perpetuo desiderio di affermare la sua potenza nell'intromettersi per impedire agli altri di fare ciò che desiderano, poiché nessun uomo deve fare piú ,di un altro.
Questa è la condizione delle democrazie: una condizione di perpetui tiranneggiamenti.
Lo Stato moderno è una forza distruttrice dell'anima, perché è formato di frammenti che non hanno una interezza organica, ma solo un insieme collettivo.

6) L'individuo, uomo o donna che sia, è costretto a uccidere, almeno, in se stesso l'io amante.
Non che ogni uomo uccida ciò che ama, ma ogni uomo, insistendo sulla sua individualità, uccide in se stesso l'io amante, come la donna uccide in se stessa l'io amante.
Avere un credo individualistico, che neghi la realtà della gerarchia, conduce solo a una maggiore anarchia. L'uomo democratico vive di coesione e di resistenza: la forza coesiva dell'amore e quella resistente della libertà individuale. Cedere completamente all'amore significa essere assorbiti, il che è la morte dell'individuo, poiché l'individuo deve serbare il suo proprio io o cessare di essere libero e individuale.
Sicché noi vediamo quanto la nostra epoca ha provato, a suo stupore e confusione, che l'individuo non può amare.
Quando un individuo ama, cessa di essere un puro individuo, sicché egli deve riprendersi e cessar d'amare. E questa una delle piú stupefacenti lezioni dei nostri giorni: che l'individuo, il cristiano, il democratico, non può amare o, se gli capita di amare, è costretto a ritrarre il suo amore.
L'Apocalisse, strano libro, lo mette in luce. Ci presenta il cristiano in relazione con lo Stato, ciò che gli Evangeli e le Epistole evitano di fare. Ci presenta il cristiano in relazione con lo Stato, col mondo, e il cosmo, e ce lo mostra in furiosa ostilità contro tutti, bramoso alla fine di distruggere tutti.

APOCALISSE

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