Proposito d"invito alla lettura:

«La soprannaturalizzazione dei cinque sensi è la grande avventura del corpo a contatto con il divino: Un corpo vivente può diventare qualcosa di molto simile a un corpo glorioso».
( C. Campo; Detti e fatti dei padri del deserto, Mi, 1975)

giovedì 1 novembre 2007

Consapevolezza



"Come possiamo andare al di là della consapevolezza che separa soggetto e oggetto?

Dobbiamo rimanere a lungo concentrati su un oggetto materiale! Fino a raggiungere la percezione che non siamo più noi a guardare l'oggetto, ma l'oggetto stesso che ci sta scrutando.

Il passo successivo ci deve portate al superamento della contraddizione soggetto-oggetto; situazione che si manifesta nel momento in cui noi, come soggetto, siamo in uno stato d'essere diverso. Stato d'essere che si rivela in un ambiente particolare, e talvolta straordinario.

In sostanza, non importa ciò che abbiamo davanti a noi. L'importate è il conoscere. Perché è il modo di essere consapevoli, il fatto che di per sé rappresenta la presenza di un'altra realtà. La Coscienza oggettivante è come uno specchio, che è vuoto e però s'immedesima di qualsiasi oggetto che è nel suo campo di osservazione.

Così, la realtà è un insieme di oggetti che esistono anche se noi non siamo lì presenti. Non è una falsità, vi è una quantità di oggetti che esistono anche quando non siamo lì materialmente.

Ma quando si tocca la realtà della persona, la realtà in cui viviamo non può esistere senza di noi, senza la nostra presenza. Perché la qualità del fondamento della realtà, la sostanza del reale significato è sempre uno specchio della persona che si ritrova e si riconosce tramite quello che vede.

La realtà per la persona è quello che impressiona le persone. È il nostro modo di essere in quella precisa situazione, che dà la qualità del significato di ciò che vediamo. Vi è quindi un modo per essere lì, presenti in cui l'oggetto scompare come oggetto. Non si tratta di incoscienza, al contrario, è una maggiore, o più profonda consapevolezza in confronto con la coscienza ordinaria del soggetto. "

(Kalfried Graf Dürkheim, il centro dell' essere, Cap. Concentrazione e meditazione, Albin Michel, Spiritualità Vivantes, Parigi, 1992)

Consapevolezza

mercoledì 31 ottobre 2007

FEDE E REALTA'



Il modo per vedere attraverso la fede consiste nel chiudere gli occhi alla ragione.

Benjamin Franklin


Ciò che realizziamo al nostro interno modifica la realtà esteriore

Otto Rank

FEDE E REALTA'

domenica 28 ottobre 2007

Tarocco e simbolo


Il Tarocco è un libro di sapienza, un mezzo di conoscenza, una struttura di immagini dinamiche che ci permette, dato il suo simbolismo, di cominciare a osservare fatti, fenomeni e cose dentro di noi e intorno a noi che non avremmo potuto supporre se non per suo tramite. In questo senso è anche un libro magico, in quanto possiede in potenza il potere trasmutatore che permetterà ai nostri concetti e alle nostre immagini mentali di andar sublimando il loro proprio contenuto, ampliando così il campo della coscienza.

In questo senso è analogo all’I King e ad altri oracoli tradizionali, come i calendari mesoamericani e d’altre culture, poiché può essere utilizzato non solo come strumento di predizione, stimolando un interesse esistenziale e vivo per chi lo sperimenti a diversi livelli ma, al di là di ciò, si presenta come una sintesi della dottrina e degli insegnamenti della Tradizione Ermetica, della Cabala Cristiana, dell’Alchimia e della Tradizione Unanime, e della Filosofia Perenne nei suoi aspetti cosmogonici, teurgici ed iniziatici, ovvero la Gnosi Universale.
Con la collaborazione di Fernando Trejos

Tarocco e simbolo

sabato 27 ottobre 2007

Conoscere Kircher

Platone ha detto," Nulla è più divino che il sapere universale" conseguito con sapienza ebellezza.

Così come interiormente la conoscenza illumina la mente, affina l'intelletto e si rivolge alle verità universali, così esteriormente l'amore per la bellezza facilmente favorisce il concepimento permettendo la nascita di una figlia, la Sapienza.

In questo modo l'esploratore delle questioni più alte, accede facilmente e supera di gran lunga i limiti della felicità umana, si unisce al proprio coro Angelico, e giunge fino a prostrarsi di fronte al Trono della Somma Divinità, divenendo così a Lei simile, cioè dotato di natura divina.









Conoscere Kircher

sabato 20 ottobre 2007

Mirare al sovranaturale



L'essere umano che nel momento in cui prova un'emozione negativa non si abbandona totalmente ad essa, ma lotta per restare sveglio e presente, comincia a vincere le forze della natura di cui è stato fino a quel momento inconsapevole schiavo.

Non perdersi completamente nell'emozione a una prima impressione potrebbe apparire come qualcosa di innaturale e limitante per la libertà dell'essere umano. In realtà non si tratta di una pratica innaturale, bensì sovranaturale, e chi vi si dedica lo fa perché è già divenuto consapevole che la libertà per l'uomo che brancola nel sonno della coscienza non è mai possibile.

Continuare a sottostare a ciò che è naturale non può che trattenere l'uomo nell'ambito della mediocrità. Compiere il sovranaturale lo eleva altresì a « Uomo Nuovo », con i poteri che gli competono e la capacità di portare un reale aiuto all'umanità nei piani più sottili della realtà.

L'animale è totalmente succube delle leggi di natura, ma l'essere umano può, almeno in parte, svincolarsi da esse. In fondo questo tentativo è stato il motore dell'intera storia evolutiva della nostra civiltà. Scienza, arte, tecnologia, medicina sono il frutto degli sforzi dell'uomo indirizzati a controllare una natura inesorabile.

Ora è giunto il momento di imprimere una decisa accelerazione a questo naturale processo evolutivo.
dal sito: OfficinaAlkemica

Mirare al sovranaturale

martedì 16 ottobre 2007

Jakob Lorber




La «rivelazione» avuta da Jakob Lorber (1800-1864?), modesto maestro e musicista austriaco, viene messa da taluni persino alla pari dei Vangeli. Egli si limitò a dire che essa gli veniva dal mondo del Soprannaturale, e che riteneva fosse di Gesù Cristo. Risulta comunque un fenomeno di medianità, cioè intermediazione, tuttavia diretta cioè «spirituale».

Scrisse così per ben 24 anni (trovandosi ad anticipare più di cento anni importanti scoperte scientifiche) e lo fece - viene riferito - non automaticamente né in trance né in estasi, escludendosi così l'allucinazione e anche il ricorso alla psicologia del profondo.

Che dire? Da dove provenga la «voce» che ha fatto, anche se sulla carta, di un uomo semplice un «profeta», tuttavia molto meschino nella sua prosopopea, mi sembra di schietto ìnteresse parapsicologico.

Ma il Lorber non è un fenomeno isolato anche se molto vìstoso con la sua produzione protratta nel tempo e abbondantissima (logorrea caratteristica, del resto): più di 10.000 pagine senza correzione o aggiunta.

E da pensar davvero a un'anima, più che a uno spìrito, la quale, in altra dimensione, abbia percepito molte cose - sempre conformi alla sua indole - ma sia rimasta quel predicatore austero e conservatore, oltre che indipendente, che era al dì quà. Anìma non ancora appagata che sia riuscita a impossessarsi di un'altra anima magari più semplice o proprio per questo, e ad agire per mezzo di essa come liberandosi da un incubo (se è vero, come dice Lorber stesso, che al di là saremo. .. come siamo»: «Così dice il Signore ... »

Jakob Lorber

domenica 14 ottobre 2007

SCIENZA E SALUTE



La metafisica, così come viene insegnata nella Scienza Cristiana, è il primo grandioso passo aldilà dell'omeopatia.
Nella metafisica, la materia sparisce interamente dal rimedio, e la Mente prende il proprio posto legittimo e supremo.
L'omeopatia, quando fa la diagnosi della malattia, tiene molto in considerazione i sintomi mentali.
La Scienza Cristiana si occupa totalmente della causa mentale nel giudicare e distruggere la malattia.
Essa ha successo dove l'omeopatia fallisce, soltanto perchè l'unico Principio di guarigione che riconosce è la Mente, e tutta la forza dell'elemento mentale è usata mediante la Scienza della Mente, che non divide mai i suoi diritti con la mente inanimata.
La Scienza Cristiana stermina le medicine e si basa soltanto sulla Mente come Principio curativo, riconoscendo che la Mente Divina ha tutto il potere.
L'omeopatia rende mentale un farmaco mediante continue diluizioni del pensiero, cosicché il farmaco diviene più somigliante alla memte umana che non al sostrato di questa cosidetta mente, che chiamiamo materia; e il potere di azione del farmaco aumenta in proporzione.

Parole illuminanti di una grande donna Mary Edi Backer, che sul finire dell'800 in America con la sua grande opera "SCIENZA E SALUTE", diede tutti gli strumenti e le possibilità agli uomini e agli scienziati di evitare all'umanità le terribili e catastrofiche esperienze della medicina materialistica.

SCIENZA E SALUTE

lunedì 1 ottobre 2007

LABIRINTO


Nel ’24, nel loro lungo carteggio, Einstein scrisse a Born una frase che è rimasta nella storia:

"L'idea che un elettrone esposto a una radiazione scelga liberamente l'attimo e la direzione in cui vuole saltare mi è insopportabile. In questo caso preferirei fare il ciabattino o addirittura il croupier in un casinò piuttosto che il fisico".

LABIRINTO

domenica 23 settembre 2007

Catene lineari: flussi di energia


GIUSEPPE CALLIGARIS nacque nel 1876, a Forni di Sotto (UD) e nel 1901 si laureò a Bologna con una tesi intitolata "Il pensiero che guarisce".
Nel 1902 si trasferì a Roma, dove seguì da vicino il Prof.Mingazzini, direttore dell'istituto di Neuropatologia della Facoltà di Medicina di quell'Università. Qui egli iniziò ad osservare fenomeni che saranno fondamentali per la sua futura attività.
Dal 1908 inziò ricerche in parallelo ai suoi studi di neuropatologia, ricerche nel campo che lui stesso definì "Le catene lineari del corpo e dello spirito". Nel 1928 scoprì che la stimolazione, che chiamava "carica", della linea assiale di un dito o di una linea interdigitale provoca, in ciascun individuo, sempre lo stesso riflesso fisico e - contemporaneamente - genera un sentimento sempre della stessa specie.
Oltre a ciò, in breve tempo, scoprì che quella 'carica' provoca anche una ipersestesia di un determinato viscere, ossia il riflesso cutaneo-viscerale-psichico.

Il reticolo formato dalle linee che attraversano l'intero corpo umano sono la rappresentazione del flusso energetico che lo avvolge, come avvolge ugualmente l'intero nostro pianeta.

Anticamente questa era una conoscenza evidente, fino al punto che ogni attività umana ne era subordinata. Più erano evoluti gli operatori più erano intensi i risultati ottenuti proprio dal rispetto e dall'osservanza di queste leggi. Così queste conoscenze ci sono state tramandante con i meridiani per la medicina, il feng shui per l'architettura, i chakra per la religione, ecc... i luoghi di forza erano il modo comune di nominare questi influssi.

Per l'umanità tutta, fino a prima del positivismo ottocentesco, era una verità evidente che il corpo umano (come qualsiasi essere vivente) era sì materia, ma soprattutto energia, e Calligaris fu ancora più preciso dimostrando come esso fosse composto di un'energia molto speciale un'energia informata.

Catene lineari: flussi di energia

sabato 22 settembre 2007

SEPARARE IL SOTTILE DAL DENSO


Percorrendo la fascia zodiacale, il sole attraversa ogni anno i quattro punti cardinali chiamati equinozi e solstizi.
Questi quattro punti, solstizi ed equinozi, coincidono con le quattro feste dette cardinali: Natale, Pasqua, S. Giovanni e San Michele, feste istituite dagli Iniziati per ricordare agli uomini che in quelle date il sole immette nell'universo delle forze particolarmente potenti, forze che gli uomini, se coscienti, hanno la possibilità di utilizzare per la loro evoluzione.
L'invio di tali forze è organizzato e regolato da grandi spiriti che hanno ai loro ordini molti altri spiriti di minore importanza, incaricati di distribuire le energie sulla superficie del pianeta. Una moltitudine di spiriti si dedica a questa attività. Non bisogna pensare che, in natura, tutto si produca meccanicamente; non è così, ogni cambiamento è dovuto all'opera di entità incaricate di occuparsi dei minerali o dei vegetali, degli animali o degli uomini.

Il 21 settembre ha luogo l'equinozio d'autunno, al quale presiede l'Arcangelo Michele. Il sole entra nel segno della Bilancia, dando così inizio a un nuovo ciclo.
I frutti cadono dagli alberi, abbandonano i loro involucri, mentre i semi vengono selezionati per essere consumati o conservati; più tardi essi saranno piantati nella terra affinché il ciclo ricominci. Ma questo lavoro di separazione, di cernita che si fa in natura non riguarda unicamente la vegetazione: esso concerne anche l'essere umano.
Come il frutto si separa dall'albero e il seme dal frutto, l'anima si separa dal corpo.
Il corpo corrisponde all'involucro e l'anima al seme che viene seminato in alto, in Cielo. Il giorno in cui sarà maturo, il frutto che è l'uomo non dovrà cadere in terra come il seme di una pianta, ma volarsene verso il Cielo.

E l'autunno è il periodo nel quale deve avvenire questa separazione di cui parla Ermete Trismegisto quando dice: «Tu separerai il sottile dal denso con grande abilità». Separare il sottile dal denso vuol dire separare lo spirituale dal materiale. Durante l'autunno tale processo di separazione si realizza in tutta la natura per preparare la nuova vita. Come l'Arcangelo Michele viene a separare l'anima dal corpo, così l'Iniziato lascia morire in sé una materia per liberare la vita. L'Arcangelo Michele separa l'anima dal corpo perché l'anima deve viaggiare, visitare altri mondi dello spazio e non rimanere eternamente sulla terra.
La separazione è una legge della vita. Ecco quindi che cosa dobbiamo imparare dall'Arcangelo Michele: la selezione, il discernimento, l'apprendere a separare il puro dall'impuro, l'utile dall'inutile, il nocivo dal salutare, la cosa morta da quella viva. E la causa di tutte le sventure è proprio la mancanza della capacità di discernimento.

Le forze presiedute dall'Arcangelo Michele sono forze di equilibrio, di giustizia, quindi di discernimento tra il buono e il cattivo in vista di liberare ciò che è bene e di trasformare ciò che è male. Ma il bene e il male sono così strettamente uniti che non li si può separare prematuramente senza provocare lacerazioni. L'arte di separare i contrari è la più difficile che ci sia; ed è in natura che gli Iniziati si sono istruiti in quest'arte. Non è facile separare la noce dal suo mallo, ma la natura sa come farlo: essa lascia maturare il frutto, il mallo si apre da solo e la noce si libera. Lo stesso dicasi per il bimbo nel ventre di sua madre: esso è strettamente collegato alla madre e non lo si può strappare prematuramente, altrimenti sarebbe la morte per entrambi. Se invece si aspetta, il frutto giunge a maturazione e, a quel punto si può recidere il legame che univa la madre e il bambino. Questa separazione è il simbolo della maturità. Vi ricordate della parabola del Vangelo sulla zizzania e sul buon grano?

Il tempo della mietitura è quello in cui i frutti sono maturi. Bisogna quindi aspettare quel momento per separare il male dal bene, e tale separazione sarà operata dall'Arcangelo Michele.
Sarà l'Arcangelo Michele colui che rivestirà il ruolo principale nella purificazione della terra. Nel corso dei secoli, una moltitudine di esseri nocivi hanno riversato sulla terra un'immensa quantità di forze distruttrici, forze che si sono accumulate in un serbatoio prendendo la forma di un mostro chiamato Drago o Serpente. E' lui quello di cui si dice che... seduce le nazioni, porta fuori strada i figli di Dio e provoca tutte le sventure dell'umanità. Questa egregora è di una potenza smisurata. Solo l'Arcangelo Michele è in grado di vincere quest'egregora.
Con l'aiuto del suo esercito, realizzerà ciò che da secoli le moltitudini implorano dal Creatore. Ecco perchè dobbiamo collegarci all'Arcangelo Michele, chiedergli la sua protezione e la possibilità di operare con lui per accrescere la sua vittoria. La luce trionferà sulle tenebre: è stato predetto e così sarà. Perchè non partecipare a quell'evento? I figli di Dio che saranno iscritti nel numero di coloro che avranno partecipato al combattimento dell'Arcangelo Michele, il Genio del Sole, questa potenza di Dio tra le più luminose, riceveranno il bacio dell'Angelo del fuoco. Tale bacio non li brucerà ma li illuminerà !

Omraam Mikhaël Aïvanhov

tratto da www.karma51.it/temi1.htm

SEPARARE IL SOTTILE DAL DENSO

giovedì 13 settembre 2007

IL PENSIERO DEL PENSIERO

Mentre un giorno io riflettevo sugli esseri e il mio pensiero s'era elevato e tutte le mie sensazioni s'erano assopite - come avviene a chi è immerso nel sonno per sazietà, per lussuria o per stanchezza - mi parve che un essere immenso, senza limiti, mi chiamasse a nome e mi dicesse :

" Che cosa vuoi udire e vedere che cosa vuoi apprendere e conoscere? "
" E chi sei tu ? " dissi io.
" Io sono - rispose - Pimandro , l'Intelligenza suprema. Io sono quel che tu vuoi
e dovunque io sono con te " .
" Io voglio - dissi - essere istruito sugli esseri, comprendere la loro natura e
conoscere Iddio " .
" Raccogli nel tuo pensiero tutto quello che vuoi sapere - mi disse - chè io
t'istruirò " .

Ciò detto, egli mutò di forma e allora, subitamente, tutto mi fu chiaro ed io vidi uno spettacolo prodigioso. Tutto diventava una dolce e gaia luce la cui vista mi rallegrava. Ma tosto discesero tenebre cupe e orribili di forme tortuose: mi parve che queste tenebre mutassero in non so quale natura umida indicibilmente sconvolta esalante fumo come da fuoco ed un rumore indescrivibile, lugubre.
(Ermete Trismegisto: Il Pimandro)

IL PENSIERO DEL PENSIERO

martedì 11 settembre 2007

L'UOVO MUSICALE


La cova inizia con un suono come il canto della ninna nanna, anzi con un incanto che però avviene solo con l'addormentamento.

"Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo". Genesi (2,18-25)

Dall'uomo nasce un altro essere a lui diametralmente opposto (come lo è una donna); si addormenta su un mondo per recarsi in un altro. Con la schiusa dell'uovo si chiude un ciclo, si rivela un nuovo essere. Lo strumento di questa operazione è il suono, o i suoni che emessi dal basso e dall'alto, naturalmente dagli esseri che trovandosi chi più in basso e gli altri più in alto, nel inviarsi i loro reciproci canti, producono l'incanto prodigioso della risonanza, forza che rompe gli ostacoli e solleva qualsiasi peso fino a generare l'incontro di coloro che altrimenti non ne avrebbero mai avuto la possibilità.

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L'UOVO MUSICALE

domenica 2 settembre 2007

UNA TESTA D'UOVO


La teca cranica, l'uovo, come lo strumento adatto alla generazione dell'autentico piano dell'uomo; il progetto che lo farà rinascere forse, senza più la necessità di un involucro così grezzo anche ci siamo abituati ad accettarlo solo in questo aspetto.

Altre culture ci hanno provato raggiungendo risultati più o meno importanti. Bastava che anche in pochi individui, avvenisse la trasmutazione che poi nel laboratorio del DNA, il risultato si sarebbe trasmesso all'intero organismo umano, così come all'intero genere umano.

In questi tentativi il presunto laboratorio alchemico veniva impiantato direttamente nel corpo umano, quasi si potesse trasmutare la materia con altra materia! Questa, intesa però, come modo di essere, è lo stato più denso, il più elementare, la vibrazione più bassa e forse... conviene solo lasciarsela alle spalle.

In questo caso la testa, il cerebro diventa talmente pesante da doverlo abbandonare alla pietra. Questo abbandono detto filosofale è però il presupposto della fecondazione, allora sì l'uovo potrà essere covato.

UNA TESTA D'UOVO

sabato 1 settembre 2007

CEREBRUM CERBERUM

Cerbero il mostro della mitologia greca posto a guardia degli inferi, è il guardiano dell'entrata dell'Ade, colui che impedisce l'uscita ai morti e l'ingresso ai vivi.
Cerbero la cui sonorità richiama da vicino il termine che la tradizione ci ha lasciato per nominare il cervello. Il nostro guardiano che ci tiene prigionieri dell'oltretomba.
Orfeo lo ha incantato con le armonie della musica, Enea con gli effetti soporiferi di una pianta. Sicuramente come ci viene detto in modo a questo punto esplicito, è un ostacolo (impedimento, intralcio, freno) da superare, dal quale non farci fermare.

Prima apertura: l'incisione del bisturi, come la rottura dell'uovo si forma un'apertura verso un altro luogo (dimensione), ma attenzione da chi è fatto e come. In questa immagine di Bosh il chirurgo raccoglie con l'imbuto il flusso che proviene dalla terra e versa nel cielo. Ora la terra non deve essere quella bassamente calpestata dai suoi piedi, ma la terra con il suo igneo nucleo cristallino. allora sì, il suo calore potrà cuocere e schiudere il nostro uovo.

CEREBRUM CERBERUM

mercoledì 29 agosto 2007

INVERSIONE DELLA VITA


Accade che l'Angelo della Morte si accorga a volte di essere arrivato troppo presto, prima che il termine dell'uomo sia scaduto: allora l'Angelo non porta via la sua anima, non si mostra neppure a lei; ma lascia all'uomo un paio dei tanti occhi che ricoprono il suo corpo.

E l'uomo vede allora, oltre quel che vedono gli altri uomini e quel che lui stesso con i suoi occhi naturali vede, cose nuove e strane; e le vede in modo diverso da come vedeva quelle di prima, non come gli uomini vedono, ma come gli abitatori degli "altri mondi" vedono ( ... )

La testimonianza dei vecchi occhi naturali, degli occhi "di tutti", è in completa contraddizione (opposizione, antitesi, capovolgere, ribaltare) con quella degli occhi lasciati dall'Angelo.

L. Sestov, Le rivelazioni della morte, Fussi, Firenze 1948, pp. 10-11.

INVERSIONE DELLA VITA

lunedì 27 agosto 2007

L'INVERSIONE DEI SEGNI

La particolare grafia di Leonardo da Vinci in cui la scrittura risulta invertita

"CALLICLE: Certo, per gli dèi! Voglio proprio domandarglielo! Dimmi, o Socrate, dobbiamo supporre che tu ora

stai dicendo sul serio o stai scherzando? Infatti, se tu dici sul serio, e accade che le cose che dici sono vere, non

dovremmo allora pensare che la vita di noi uomini sarebbe capovolta e che, a quanto pare, noi facciamo tutto il

contrario di quello che si deve fare?" (Il Gorgia di Platone) 481 c.


L'INVERSIONE DEI SEGNI

venerdì 24 agosto 2007

LA RUOTA DELLE COMBINAZIONI


Chi è Raimondo Lullo?
Ovvero come entrare nella dimensione delle combinazioni.

Innanzi tutto bisogna essere almeno in due perché ciò avvenga, (senza escludere ulteriori moltiplicazioni) due persone, due eventi due oggetti; non solo, ma è fondamentale la loro estraneità, indipendenza. L'effetto mostra invece miracolosamente una armoniosa similitudine e omogeneità. Ecco prodursi un amalgama talvolta così profondo da parere un evento organicamente vivente.

“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20).

Qualche combinazione potente, il quadrato magico. La combinazione della poesia che come metrica diventa ritmo, eufonia incantesimo. La combinazione dei numeri per proteggere le proprie fortune con una cassaforte o per sfidare la fortuna vincendo un tesoro. La combinazione degli eventi per rovesciare i più rosei o i più bui presagi....

Giordano Bruno ne ha scritto con intensità, e addirittura ideò una macchina per inventare le combinazioni. Così nello stesso sforzo si impegnò Raimondo Lullo, Robert Fludd, Kircher... Liebniz

Tutti avevano intuito come dalla combinazione di dati anche insignificanti, elementari, grezzi sorgeva inevitabilmente un processo il cui risultato era di valore decisamente superiore, talmente alieno all'interprete talvolta, da poter essere raccolto solo come emozione, come immagine, intuito come simbolo, e questo valeva anche per le combinazioni artificialmente prodotte. Un pensiero non così viziato dal materialismo come il nostro, sapeva intravvedere in ciò come la verità dei meccanismi divini fosse nascosta in tutte le cose.

Quanti sono gli strumenti (dadi, carte, pendolo ecc) e le opportunità per esercitare la sorte sotto l'aspetto della combinazione, ebbene questa è una delle porte del sovrannaturale, della manifestazione dell'uomo superiore, perchè questa è la condizione minima richiesta al di sotto di questo livello il destino è crudelmente implacabile come un demone.

LA RUOTA DELLE COMBINAZIONI

martedì 21 agosto 2007

FUOCO E SPIRITO



In Africa è un gioco. Si prende uno scorpione e lo si mette al centro di un cerchio di fuoco. Lo scorpione cerca una via d’uscita, ma ben presto si accorge di essere circondato dalle fiamme. Allora, sapendo di non avere via di scampo, rivolge contro di sé il suo pungiglione mortale.

L'uomo è uscito dalla primitività forgiato dal fuoco. La sua anima portata all'incandescenza dal calore igneo ha così potuto essere martellata e modellata fino a rivelare la propria spiritualità.

È questo il lato infernale del fuoco che ci circonda fino a non lasciarci scampo; le sue fiamme sono le disgrazie, le malattie, le sfortune vampate che chiamiamo infernali. Il fuoco è estremamente contagioso solo il simile gli sopravvive, ciò che in noi è igneo lo attraversa, il resto non lo può superare, così è una risorsa di brev
e durata cercare di sfuggirlo, perché ce lo troveremo nuovamente davanti e così di seguito fin a non avere più scampo. O meglio l'unica fuga e cedere al fuoco ardente, ma purificante ( Deriva dal greco "pur-puros" = "fuoco") del veleno.

L'alchimista con il solo fuoco riesce a liberare praticamente lo spirito dalla materia, la sua grandezza sta però nel saperlo "fissare" (
Giovanni di Rupescisia scriveva che l'Alchimia è il segreto di riuscire a fissare il sole che si trova nel cielo della nostra persona, così che possa illuminarla all'interno) si misura con il fuoco per misurasi con lo Spirito. Il fuoco spiritualizzato, riconosciuto come veicolo dello Spirito purifica preparandoci all'ascensione paradisiaca, mentre il fuoco usato in modo profano, con incredulità della sua affinità ed origine spirituale, porta a circondarsi con le devastatrici fiamme infernali.

FUOCO E SPIRITO

domenica 19 agosto 2007

GLI OCCHI E L'ANIMA

"Gli occhi sono lo specchio dell'anima". Una frase forte e piena di implicazioni, ma vediamo cosa scatta normalmente con questa affermazione. Seguitemi per un breve zapping.
In primo luogo abbiamo l'interpretazione letterale, tecnica, ma è anche possibile quella istintivamente estetica; scavando un pò più profondamente gli occhi leggono anche i sentimenti, i pensieri della mente.

Possiamo rivolgere lo sguardo all'esterno, o all'interno. All'interno sì, ma fino a dove?, al sogno, all'immaginazione, ai pensieri, alla contemplazione?...

Così l'occhio nel cercare l'anima trova la bellezza, oppure, ma è lo stesso nel cercare la bellezza trova l'anima.

Come dice Hillman noi, viviamo "siamo nell'anima", ma come il neonato nasce cieco e deve esser aiutato, stimolato a vedere il mondo a lui esterno, così altrettanto succede quando nasciamo al mondo interiore al mondo dell'anima, anche in questo caso è necessario essere aiutati ad usare questa seconda vista.

Ebbene quando i nostri occhi si sono adattati a vedere il mondo dell'anima, saranno illuminati dalla sua luce, fino a esprimerla al loro esterno, così da mostrarla a noi stessi oltre che agli altri.

Riproduzioni di Antonello da Messina Grande e immortale è la sua pittura


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GLI OCCHI E L'ANIMA

giovedì 16 agosto 2007

Come spiegare le forze magiche?



Mediante la simpatia: fra le cose affini regna naturalmente un accordo e fra le dissimili un contrast0; eppure nella loro varietà le molteplici potenze contribuiscono all'unità dell'organismo universale: poiché nell'universo la vera magia sono l'Amore e la Contesa. È questo il primo mago e stregone, che gli uomini conoscono bene e ai cui filtri e incantesimi ricorrono nei loro rapporti.

E poi è proprio dell'anima essere attirata dagli incantesimi per la melodia, per certe formule e per la figura dell'incantatore: cose di questo genere, come figure e suoni commoventi, hanno una forza d'attrazione, ma la volontà e il pensiero non vengono affascinati dalla musica [bensì soltanto l'anima irrazionale], e allora un tale incantesimo non ci meraviglia; e tuttavia ci lasciamo volentieri attrarre da esso, ... E nemmeno si deve credere che ci sia una volontà che esaudisca le preghiere magiche: di ciò nulla sanno coloro che sono ammaliati dagli incantesimi: egli sa di aver subito quel fascino soltanto dopo averlo subito, ma il suo principio egemonico resta impassibile. Dall'essere, che viene pregato, scende qualcosa o su colui che prega oppure su un altro.

Allo stesso modo anche il Tutto comunica qualcosa di sé alle sue parti, sia spontaneamente, sia perché un altro ha apportato sulla parte qualcosa di lui, ed esso è, per natura, a disposizione delle sue parti, e perciò colui che prega non è un estraneo.

Se chi prega è un malvagio non dobbiamo meravigliarci; anche i malvagi attingono dai fiumi, e colui che dà non sa ciò che dà, ma dà solamente. E tuttavia, il dono rientra nell'ordine e nella natura dell'universo: perciò, se qualcuno prende per sé qualcosa di ciò che appartiene a tutti - cosa che non è permessa - incorre per una legge inesorabile nel castigo.

Ma come è influenzato il saggio da magie e da filtri. Egli è, nell'anima sua, insensibile alla magia e la sua parte razionale non ne patisce l'influsso e non altera il suo pensiero; ma nella parte irrazionale, che appartiene alla totalità del suo essere, egli patísce, o meglio è quella parte che patisce in lui.

Anche i demoni non sono immuni, nella loro parte irrazionale, da affezioni. Non è assurdo attribuir loro ricordi e percezione; li si può stregare con formule magiche e trarli giù per via naturale; e quelli che sono più vicini a noi e interessati alle cose terrene rispondono a chi li chiama. Tutto ciò che ha rapporti con un altro essere è sottoposto al suo potere magico, poiché questo essere, con il quale ha rapporti, lo incanta e lo seduce; solamente ciò che si ripiega su sé stesso sfugge alla magia.

Soltanto la contemplazione ci resta, non esposta a magia; nessuno che si rivolga a sé stesso subisce l'incantesimo. - Plotino, Enneadi IV 4, 40-4

Come spiegare le forze magiche?

mercoledì 15 agosto 2007

MATERIA VOLATILE


A proposito del mito di Leda, possiamo solo rimanere estaticamente incantati sia dalla sua lettura che dalle sue rappresentazioni artistiche, eppure grande è il suo insegnamento. Leda come recipiente della generosa fecondità divina, da cui producono 4 filiazioni (la materia composta di 4 elementi), ma anche la manifestazione del divino (il cigno) che attira il simile (la sua parte celeste, il suo principio volatile) in Leda.
Il cigno rappresenta l'animalità che attira ed è attirata da Leda, ma è anche un animale del cielo, volatile, spirituale, è così il risultato del loro incontro è l'uovo, così carico di significati ermetici, e di potenzialità trasmutatorie.

Se osserviamo la Natura vegetale ci accorgiamo che ad ogni fiore occorre uno stelo come base e sostegno, per poter sbocciare ad un'adeguata distanza dal terreno.

Per quanto ci riguarda, il fiore rappresenta la sensibilità e la bellezza del mondo spirituale, il quale per potersi manifestare nel mondo fisico necessita di un opportuno involucro di protezione.

L'animale umano costituisce quindi il veicolo di un'Intelligenza che altrimenti non potrebbe esprimersi sul piano materiale. Se esaminiamo l'organismo umano ci accorgiamo di trovarci di fronte ad un formidabile strumento organico, concepito per poter vivere nell'ambiente naturale manifestando nel frattempo una Presenza di genere completamente diverso da quella che anima le altre speci.

Questo significa che solo riuscendo a definire la nostra "animalità" possiamo tentare di distillare da essa una diversa natura, riconoscibile come "spirito".

Manifestandosi attraverso la nostra particolare forma, la Divinità diventa "consapevolezza umana" e da origine al Mondo che ordinariamente riconosciamo come il "nostro regno".

Per inoltrarci nella comprensione spirituale dobbiamo abbandonare la pretesa di essere noi stessi, in quanto animali umani, gli artefici supremi del nostro destino e cominciare a riconoscere l'esistenza di una gerarchia universale, della quale non rappresentiamo certamente il gradino più elevato.

Affinché "L'Uomo" possa risvegliarsi dal sonno, nell'involucro di carne che lo avvolge, la Coscienza deve umilmente prendere atto dell'animale umano che costituisce il suo strumento e smettere di identificarsi nei limiti fisici e psichici dell'animale umano. Lasciamo che altri continuino ad adorare la personalità mortale, erigendo un monumento al proprio personaggio, ed inchiniamoci serenamente alla Presenza che anima la nostra vita di ogni giorno, nella certezza che in questo modo le porte del Tempio ci verranno spalancate.

Mario Balocco, La fonte dell'eterna giovinezza, Cet, 2001, pag 49.

MATERIA VOLATILE

lunedì 13 agosto 2007

PURIFICAZIONE


"Conviene qui notare che questa notizia purificatrice e amorosa o luce divina di cui parliamo agisce con l'anima, purificandola e disponendola per unirla a sé perfettamente, come il fuoco con il ciocco al fine di trasformarlo in sé.
Infatti il fuoco materiale, quando si attacca al ciocco, per prima cosa comincia ad asciugarlo, allontanandone l'umidità e facendone stillare l'acqua che ha in sé; poi lo fa diventare nero, oscuro e brutto, e anche di cattivo odore, e facendolo asciugare a poco a poco lo porta alla luce e ne espelle tutte le caratteristiche brutte e oscure contrarie al fuoco; e, infine, cominciando a infiammarlo dall'esterno e a riscaldarlo, finisce per trasformarlo in sé e farlo diventare bello come il fuoco stesso.
In questo processo, da parte del ciocco non vi è alcuna propria passione o azione, salvo la massa e la quantità più densa di quella del fuoco, poiché ha in sé le proprietà del fuoco e le sue azioni; infatti è asciutto, e asciutto è caldo, è chiaro e rischiara; è molto più leggero di prima, dal momento che il fuoco opera in lui queste caratteristiche ed effetti". (Giovanni della Croce, Notte oscura, OCD, pag. 157).

Si parla del FUOCO, che come un incendio (perchè tutti questi incendi?) consuma la materia; dalla comprensione dello stato presente dell’umanità, che dal punto di vista morale e spirituale è catastrofico e attira disastri senza precedenti; di dimensioni globali, poiché il declino della mentalità umana non può non causare anche il degrado terreno.
Siamo forse ai disastri naturali come imprecano gli ecologisti?
È vero che anche i fatti naturali appartengono al creato dove quando gli uomini mentono gridano le pietre, ma oggi tale ecologismo fa parte del disastro mentale e morale.

Ecco come si manifesta il fuoco divino d'amore e di contemplazione che, prima di unire e di trasformare l'anima in sé, per prima cosa la purifica da tutte le caratteristiche a lui contrarie, le tira fuori le sue brutture e la fa diventare nera e oscura, in modo che sembra peggiore di prima e più brutta e abominevole di com'era.

Infatti, questa divina purificazione rimuove tutti gli umori cattivi e viziosi che non vedeva, dato che erano ben radicati e stabiliti nell'anima, e così essa non capiva di avere in sé tanto male, ora invece, per espellerli e annientarli, glieli mettono davanti agli occhi e li vede così chiaramente, ... Poiché vede in sé ciò che prima non vedeva, le appare chiaro di essere tale che, non solo non è degna di essere guardata da Dio, ma che Dio la respinge e, anzi, che l'ha già respinta.

Da questo paragone potremo ora capire molte cose su ciò che stiamo dicendo e pensiamo di dire.

PURIFICAZIONE

sabato 11 agosto 2007

UN'OPERA D'ARTE


« Tutto ciò che è prodotto proviene necessariamente da autore. È assolutamente impossibile che senza autore vi sia produzione. Quando l'artista guarda a ciò che è eternamente identico a se stesso e, applicandosi a quello come a un modello, ne riproduce l'essenza e la virtù, una misura della bellezza perfetta è così necessariamente compiuta. Se guarda a ciò che passa, se il suo modello passa, ciò che fa non è bello» .(28a-28b). PLATONE: "TIMEO"

Con le parole di Simone Weil quando si interessava al pensiero greco; Platone indica nella creazione di un'opera d'arte quell'attività umana che più può avvicinarsi alla creazione soprannaturale. Non si riuscirà mai a trovare abbastanza finalità visibile nel mondo per provare che esso è analogo a un oggetto fabbricato in vista di un fine... È, addirittura manifesto il contrario.

Ma l'analogia tra il mondo e un'opera d'arte ha la sua verifica sperimentale nel sentimento stesso della bellezza del mondo, perché il bello è la sola fonte del sentimento del bello. La verifica non vale se non per quelli che hanno provato questo sentimento, ma quelli che non l'hanno mai provato, e sono senza dubbio rarissimi, non possono forse essere condotti a Dio per nessuna via.

Paragonando il mondo a un'opera d'arte, non soltanto l'atto della creazione ma la provvidenza stessa si trova assimilata all'ispirazione artistica. Vale a dire che nel mondo, come nell'opera d'arte, c'è finalità senza alcun fine rappresentabile.

Tutte le fabbricazioni umane sono adeguamenti di mezzi in vista di fini determinati, salvo l'opera d'arte ove vi sia adeguamento di mezzi, nella quale c'è, evidentemente, finalità, ma non si può concepire alcun fine; in un certo senso il fine è assolutamente trascendente.

Accade esattamente lo stesso per l'universo e per il corso dell'universo, il cui fine è eminentemente trascendente e non rappresentabile, perché è Dio stesso.
L'arte è dunque l'unico termine di paragone legittimo.
Di più: solo questo paragone conduce all'amore.

« È un'impresa trovare il creatore e padre di quest'universo, e colui che l'ha trovato non ha la possibilità di esporlo a tutti. Esaminiamo dunque ancora, a suo proposito, quale dei due modelli ha scelto il carpentiere per eseguirlo, se quello è identico a se stesso e così com'è, o quello che passa. Se questo mondo è bello, se l'artista è buono, evidentemente egli ha guardato all'eterno; in quel caso invece che neppure è lecito dire, a quello che passa. Ora, è del tutto manifesto che egli ha guardato all'eterno. Poiché l'uno è la più bella delle opere, l'altro il più perfetto degli autori. Sicché questo mondo generato è stato eseguito secondo l'essere identico, afferrato dall'intelligenza e dalla ragione » (28c-29a). PLATONE: "TIMEO"

UN'OPERA D'ARTE

giovedì 9 agosto 2007

LO SPIRITO ETERICO


Il fatto che la forza attiva diminuisca costantemente e naturalmente nell'universo materiale ed abbia pertanto bisogno di nuovi impulsi, non è un difetto dell'universo. Dipende solo dal fatto che la materia non ha vita, è inerte e inattiva.
Il mondo ha ogni tanto bisogno di essere ricreato o rimesso a posto o riordinato.

Nella lettera a Henry Oldenburg, Newton avvicinava i principi elettrici e magnetici al principio di gravità. Distingueva nell'etere un fondamentale «corpo flemmatíco» e «altri diversi spiriti etereí». Si spingeva ad affermare che «forse l'intera struttura della natura può essere nient'altro che etere condensato per effetto di un principio di fermentazione» e che «è forse probabile che tutte le cose siano originate dall'etere».

Sulla base di questa ipotesi, l'attrazione gravítazionale della Terra poteva essere causata «non dal corpo fondamentale dell'etere flemmatico, ma dalla condensazione di qualcosa che è molto leggermente e sottilmente diffuso in esso, qualcosa forse di natura oleosa o gommosa, tenace ed elastica». Questo spirito etereo può penetrare e «condensarsi nei pori della Terra». Il grande corpo di quest'ultima «può condensare continuamente tanta parte di questo spirito da farlo scendere molto celermente dall'alto per un ricambio».

Nel 1675 Newton affidava ad una «matería eterea» il compito di rinnovare il moto e l'attività del cosmo. Si concretizza così l'ipotesi della Terra simile a una grande spugna che si imbeve di una sostanza eterea (che è «principio attivo»), dalla quale lentamente si libera, teoria fondata sul presupposto di una natura che «opera costantemente con movimento círcolare».
La natura genera fluidi dai solidi e solidi dai fluidi, sostanze fisse da quelle volatilí e volatili da quelle fisse, cose leggere dalle pesanti e pesanti dalle leggere.

«Durante tale discesa, quello spirito può portare con sé i corpi che esso pervade con una forza proporzionale alle superfici di tutte le parti sulle quali agisce. La natura infatti crea una circolazione che, a causa della lenta ascesa di tanta materia fuori dalle viscere della Terra, per un po' costituisce l'atmosfera, ma essendo continuamente spinta in su da nuova aria, da esalazioni e da vapori che sorgono dalla parte più bassa, alla fine (ad eccezione di una parte dei vapori che ritorna in pioggia) svanisce di nuovo negli spazi eterei e là forse, col passare del tempo, si ammorbidisce e si assottiglia fino a che torna nel suo primo principio».

Ciò che vale per la Terra, può valere per il Sole. Forse anch'esso si imbeve abbondantemente di questo spirito «allo scopo di conservare il proprio splendore e allo scopo di trattanere i pianeti dall'afiontanarsi ulteriormente».
Coloro che lo desiderano possono anche pensare che
«i vasti spazi eterei fra noi e le stelle costituiscano un sufficiente deposito per questo alimento del Sole e dei pianeti».
(I. Newton, Scritti di ottica, pag 253)

LO SPIRITO ETERICO

mercoledì 8 agosto 2007

L'ANIMA CADUTA

Per comprendere nella sua profondità, il concetto di nascita, o di generazione, di Dio nell'anima, bisogna partire dall'esperienza del distacco.

L'uomo distaccato, che « niente ha, niente vuole, niente sa », ha rinunciato completamente a se stesso, è diventato assolutamente vuoto, libero (ledig) « come quando ancora non era » ovvero quando era presente solo come idea in Dio, prima di venire al mondo.

Tale condizione di distacco, dunque, nella sua pienezza, annulla l'io psicologico, lo conduce a una mistica « morte », che è essenziale e imprescindibile per la nascita del vero io, dell'io spirituale e che il testo paolino di Gal 2,20 - interpreta concordemente come Spirito, come Dio abitante nell'uomo - uomo spirituale ormai, non più uomo psichico (cfr. 1Cor 2,14-15).
Introduzione al Il Pellegrino cherubico. Ed Paoline 1989. A cura di M. Vannini.

1 Ero figura angelica, ora qual bestia sono!
2 Mi libravo in Paradiso in pura letizia

3 Ora sto sulla terra in piena angoscia e pena.

4 Non mi toccava rabbia del mondo infernale,


Or fondo per il caldo e gelo per il freddo

E mille mali sento. Del tempo ero signore,

Ora è lui che mi domina. Ero il mio vestito:

Or devo per forza coprirmi d'altrui penne.


9 Dio mi guardava amico, mi diceva figlio caro,
10 Con l'ira or mi spaventa, il peccato mi prostra.
11 Di continua paura son circondato e colmo!


12 Considero la mia sventura con i miei stessi occhi!
13 Il diavolo e la morte incalzano la mia vita:
14 Ah, mia povera anima! Che cosa mai ho fatto!

Angelus Silesius;

L'ANIMA CADUTA

martedì 7 agosto 2007

IL PRINCIPIO VOLATILE


La personalità umana, per sua natura, è uno strumento esistenziale che possiede limiti ben precisi.

Il suo compito è quello di fungere da contenitore di un principio volatile il quale, esattamente come l'alcool o la benzina, finirebbe con l'evaporare nell'aria se non si trovasse "ermeticamente" sigillato dal vetro.

Il semplice fatto di smettere di confondere il contenitore dal contenuto costituisce quel balzo che gli intellettuali teorici, pur trascorrendo una lunga vita immersi in profondi studi esoterici, non riescono a compiere.

Pretendere di potersi mettere sul Sentiero, quando la recita esteriore viene concepita come l'unico Cielo possibile, equivale ad illudersi di poter animare una statua.
(BALOCCO M. MAGIA DEI MONASTERI (LA) ASPETTI ESOTERICI DELLA VITA MONASTICA)

IL PRINCIPIO VOLATILE